Io Corro per Giulio. Un abbraccio lungo 150 km

Un abbraccio
lungo 150 km

L’ avevamo immaginato così: un abbraccio lungo 150km e il colore giallo a farla da padrone.

Il sole ci ha supportato nella scenografia: ce lo meritavamo dopo il rinvio di marzo.

Il testimone ha iniziato a correre dalle ore 8:00: a metterlo in movimento gli Assessori della città di Padova. Francesca e Diego sono “popolo giallo” autentico, di quelli che si sporcano le mani e si espongono per la Verità e la Giustizia per Giulio.

La location è di quelle da brividi: panchina gialla nuova di zecca all’interno di un parco con un nome roboante per la storia padovana, Tito Livio, e alle spalle la cappella degli Scrovegni con un tale Giotto ad osservarci. Chissà che tipo di giallo avrebbe usato lui per la nostra corsa.
Risaliamo la riviera del Brenta, a proposito di storia. Ad accompagnarci le ville venete a ricordare chi ha comandato qui per quasi quattro secoli. Davanti a Villa Foscarini ci aspettano gli amministratori di Stra dove qualche anno fa fu posizionata la panchina gialla, a ricordare Giulio. Siamo a cento metri dalla partenza della Venice Marathon, ci piace pensare che ad ogni partenza Giulio sia lì a supportare e ad incitare i partenti.

Salutiamo la fascia tricolore di Stra e ad attenderci a Villa Ferretti troviamo un’altra fascia tricolore e altri amministratori a supportare i corridori e la “nostra causa”. Chiara, assessora, è una nostra amica da sempre. Abbellisce il furgone con delle grosse ciocche gialle. Sarebbe da assumere nello staff!

Sulla riviera del Brenta i corridori vengono salutati con curiosità dai passanti: la musica e l’enorme striscione giallo “Verità per Giulio Regeni” appeso al furgone non passano inosservati. I Sonai Runners e i Podisti Maserà cedono il passo ai Run Padova a Mira dove lo striscione appeso dal 2016 sulla facciata del Municipio osserva il fratellino in movimento.
Sindaco, assessori e cittadinanza ad applaudire. Qui siamo in famiglia. Irene ci supporta e sopporta da sempre. E’ bello riabbracciarla. Le regaliamo il cuoricino giallo che sta benissimo con la sua camicia viola. 

L’amministrazione di Mira ci gratifica ulteriormente a Oriago. I runners tirano il fiato mentre l’amministrazione inaugura quella che è la 139esima panchina gialla. Vivrà accanto alla biblioteca, luogo di cultura, riflessione e scambio di opinioni.
Ci allontaniamo dalla riviera del Brenta ed entriamo a Venezia attraverso Malcontenta. La città lagunare è distratta. Non ci ha dato soddisfazione con la staffetta. Qui si fa politica e la politica con la causa si incastra poco e molto male. Ci godiamo il Bosco di Mestre. Sembra di essere in Olanda e invece entriamo su quella che una volta era la Via Annia, tanto cara ai padovani. Sul pezzo e sulla strada ci sono ancora i Run Padova che terminano le loro fatiche a Quarto d’Altino dove ad aspettarci troviamo il gruppo degli Oll Scars.
Il percorso costeggia il Sile e così ci si immerge nella natura che il fiume ci propone nella prima parte della tappa per poi lasciare lo scenario a sua maestà Laguna che fino a Portegrandi la fa da padrona. E il potente staff intanto che fa? Ad ogni 5 km si fa trovare lì con il tavolo imbandito di cose lecite per i runners (panini, bevande, integratori) e meno lecite da dare al personale in bici (spritz soprattutto). Ogni stop è una mini sagra ambulante.

Sono quasi le diciotto quando il gruppo di staffettisti arriva a San Donà di Piave dove ad attenderci c’è un nutrito numero di persone che gravitano attorno al punto giallo locale. La loro accoglienza è splendida e i runners si sentono un po’ come all’arrivo di una maratona.
Ci lasciamo alle spalle il primo giorno di staffetta. Girovaghiamo per internet e sui social ed è tutto un giallo che scrollando il cellulare appare all’improvviso.

Paola e Claudio sono lì ad osservarci via etere. Sono loro la nostra benzina e domani entriamo in Friuli Venezia Giulia dove il giallo lo si trova appeso ai muri molto più spesso che In Veneto.

Il domani è oggi e inizia molto presto. Lo staff reclama la pasticceria e gli staffettisti devono trattenersi. La tratta da correre è molto lunga e fino a La Salute non ci sono cambi. Lo staff volante moltiplica gli sforzi dei runners e supporta in modo eccellente. Il paesaggio e il vento contrario ricordano i Paesi Bassi così come il continuo correre accanto a canali e fiumi.

In men che non si dica arriviamo a Latisana dove in piazza ritroviamo la fascia tricolore del sindaco assieme all’amministrazione comunale.

 E’ un bel momento in cui il testimone, in un solo momento, passa da una regione e un’altra.

 

Il cambio coi runners friulani è molto cordiale. Qui i gruppi, d’incanto, diventano molto numerosi. Qui il pensiero a Giulio è costante. Lo si ritrova nei tanti striscioni appesi ai negozi, ai balconi e ai Municipi.
L’accento di chi corre ci porta immediatamente a Paola e Claudio. Stesso intercalare e stesse strane parole per le orecchie di noi veneti. Qui i nomi dei paesi sono scritti sia in italiano che in dialetto. Non mancano mai i sorrisi in corsa così come lo sfottersi sui vini più buoni e le strade messe meglio. 

 

Ci affiancano i “Bisiachi in Bici” un gruppo di ciclisti che poco tempo fa, pedalando, ha portato il messaggio di Verità e Giustizia da Fiumicello a Roma. Oggi fanno da angeli custodi. Ne abbiamo bisogno perché il gruppo dei runners ad ogni paesi si ingrossa sempre più. Qui i sindaci nei giorni scorsi si sono fatti vivi per essere presenti al passaggio. E non è solo semplice presenza: è calore che ci trasmettono ad ogni stop. E’ calore che vogliono inviare direttamente a Paola e Claudio.

 

Ci sono sindaci di paesi che non sono attraversati dal tracciato. Vogliono fare parte del popolo giallo anche di domenica e anche in mezzo a mille altri impegni. A Precenicco costringiamo i muscoli dei runner ad una pausa per la fotografia di rito alla panchina gialla.

Paola e Claudio sono i nostri ultramaratoneti preferiti. Clicca per vedere le foto

 

Superiamo il fiume Stella ed entriamo a Palazzolo dove un bel sentiero ci porta a Muzzana lambendo il bosco planeziale più esteso di Italia. Qui la natura si gonfia continuamente e mette a disposizione sentieri da urlo. Appena fuori dal bosco troviamo la fascia tricolore del sindaco che assieme all’amministrazione testimonia la vicinanza del territorio a Giulio.


Si riparte. Abbiamo ritmi serrati. A Fiumicello si stanno organizzando per accoglierci. Non manca molto e il fiume giallo in movimento cresce ad ogni pit stop che qui sono più ravvicinati. Carlino, San Giorgio di Nogaro, Torviscosa. Ad ogni passaggio mini discorso degli amministratori e molta gente ad applaudire. Ormai la nuvola gialla si è espansa.
Cervignano del Friuli ci abbraccia calorosamente. Abbiamo posizionato il furgone e lo striscione di Verità e Giustizia per Giulio Regeni proprio sotto a quello appeso al Municipio.

A Terzo di Aquileia il sindaco e il parroco ci aprono il patronato. Qualche bambino si sporge dalle finestre prima che il sindaco stesso inforchi la bici e decida di proseguire con noi fino a Fiumicello. Il gruppo dei runners è variegato per l’ultima frazione: semi professionisti che si mescolano a corridori della domenica, mamme che corrono accanto a bambini in biciletta. Tutti rigorosamente in giallo. Un ragazzo indossa una tshirt del Borussia Dortmund. “A casa non ne trovavo una di gialla”. Non sa che quella squadra di calcio ha un significato speciale per i genitori di Giulio. Coincidenze.

Negli ultimi 100 metri il gruppone, molto chiassoso fino a lì, si zittisce di colpo. Nessun input, nessun comando per questo silenzio. E’ l’emozione e il rispetto di trovarsi davanti a Paola e Claudio in quel luogo pieno di simboli che ricordano Giulio. E’ il fischietto delle bici che riporta il rumore all’arrivo, il chiacchierio dei runners.
I genitori di Giulio ci aspettano con la cornice, Io Corro per Giulio. In quella cornice ogni anno passano tantissimi volti che ci tengono a fare sapere da che parte stanno.

Lo striscione passa dal furgone alle mani di chi si posizione alla testa della camminata. Prima del “Io Cammino per Giulio” il testimone arriva a Claudio che sarà ufficialmente l’ultimo staffettista e che lo tiene stretto come fosse un centometrista in pista. Un testimone passato tra le mani di più di cento podisti che hanno dedicato la loro fatica e il loro sudore alla speranza di ottenere al più presto la giustizia per Giulio.

Il tragitto percorso da Padova e Fiumicello sono più di tre maratone che messe assieme sono un’ultra maratona. Chi ha corso più di cento chilometri sa bene che per terminare una ultra maratona bisogna avere buone gambe e soprattutto testa e motivazioni. Bisogna avere inoltre il coraggio di affrontare questa distanza e la forza di superare le crisi che, impietose, arrivano sempre. Il traguardo ripaga di tutto e le persone che applaudono lungo il percorso, soprattutto alla fine, regalano energie che non si pensava più di avere.

Paola e Claudio sono i nostri ultramaratoneti preferiti. Hanno dimostrato di essere dei fuoriclasse come coraggio e tenacia.
Il traguardo è lì in fondo a quel rettilineo. Ci immaginiamo un arco gonfiabile giallo e tanta gente lungo gli ultimi metri del percorso.
Quella gente siamo noi e c’è ancora bisogno di applaudire.